Cause della crisi economica italiana, europea e… mondiale

Problematiche di natura monetaria e creditizia:

la causa primaria della crisi monetaria e creditizia va ricercata nella riforma Amato del 1992/93, che fu voluta dai governanti italiani per poter “entrare in Europa” e partecipare alla moneta unica europea.

La riforma Amato ha stravolto il sistema monetario e creditizio italiano trasformandolo da sistema bancario rigidamente SPECIALIZZATO a sistema bancario MISTO.

Per essere chiari e comprensibili bisogna fare un po’ di storia: l’Italia prima della I° guerra mondiale aveva un sistema monetario e creditizio MISTO, cioè un sistema dove le banche potevano effettuare operazioni a breve, medio e lungo termine senza alcun controllo statale; ciò portò le stesse banche a fare “affari d’oro” durante il conflitto mondiale poiché esse poterono finanziare le industrie pesanti o “industrie di guerra” e al contempo svolgere le altre attività creditizie senza particolari limiti o vincoli.

Alla fine del  primo conflitto mondiale, le industrie per sopravvivere dovettero però “riconvertirsi” da “industrie di guerra” in “industrie di pace”, ma ciò non fu sempre possibile perché le risorse finanziarie che lo Stato poteva destinare a tale cambiamento non erano sufficienti; ed ecco quindi il fallimento delle industrie e conseguentemente delle banche che avevano legato le loro sorti alle industrie di guerra (fallimento degli ANSALDO di Genova, fallimento della Banca di Roma, della Banca Italiana di Sconto ecc…).

L’avvento del fascismo non fu dovuto a 20.000 scalmanati che fecero la marcia su Roma, ma venne favorito dal malcontento che si era creato proprio a causa delle pesante crisi finanziaria scatenatasi (non solo in Italia) dopo il primo conflitto mondiale; ed infatti il regime fascista non mancò di intervenire sul settore creditizio, in particolare mettendo ordine nella materia monetaria e creditizia con diversi progetti di legge bancaria che nel 1926 sfociarono in alcuni decreti che furono convertiti in legge e rimasero a lungo in vigore. L’obbiettivo era ed è stato l’attuazione di una perfetta SPECIALIZZAZIONE BANCARIA, dove operassero banche a breve, medio e lungo termine, sotto il diretto controllo del Governo.  Nel 1926 nacque la BANCA D’ITALIA come unico istituto di emissione e come “banca delle banche”, che tra l’altro da allora attua il controllo di vigilanza su tutte le altre banche. La banca di Sicilia ed il Banco di Napoli cessavano di essere istituti di emissione. Nel 1936, dieci anni dopo, si attuò la vera e propria riforma bancaria, strutturando il sistema creditizio in forma gerarchica e istituendo distinte categorie:

(i) le banche di credito ordinario che operavano il credito a breve, cioè raccoglievano il risparmio dai piccoli risparmiatori con depositi massimo a 18 mesi e concedevano credito a breve, massimo 18 mesi e solo per finanziare il capitale circolante delle piccole e medie imprese. Tali banche erano gli ISTITUTI DI DIRITTO PUBBLICO e le banche di Interesse NAZIONALE (CON FILIALI ALMENO IN 30 PROVINCE), POI VI ERANO LE CASSE RURALI E ARTIGIANI E LE BANCHE POPOLARI E COOPERATIVE.

(ii) gli ISTITUTI di credito che potevano operare a medio termine, cioè banche specializzate per concedere credito a massimo 5 anni, che emettevano titoli di raccolta (buoni, ecc…) massimo a 5 anni. Tali banche erano COSTITUITE CON LA PARTECIPAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO ORDINARIO.

(iii) GLI ISTITUTI di credito che potevano operare a lungo termine, CHE CIOE’ OPERAVANO FINANZIAMENTI DA 5 ANNI IN POI, I QUALI ERANO PARTECIPATI SOPRATUTTO DAGLI ISTITUTI DI CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO (BANCO DI NAPOLI, DI SICILIA, MONTE PASCHI DI SIENA,  ECC…) CHE ERANO FONDAZIONI NON AVENTI SCOPO DI  LUCRO (per inciso, con la “grande” riforma AMATO tali istituti sono stati svenduti alla finanza privata: vi ricordate le autoambulanze con la scritta “dono del banco di Napoli”? …lo scopo di tali banche, per altro di antichissima origine, era anche di carattere sociale come quello di combattere l’usura poi di reinvestire gli  utili in mille modi: concedere credito agevolato a certi tipi di imprese, ecc… TUTTO CIO’ E’ STATO ANNIENTATO CON LA RIFORMA AMATO!).

NEL 1931 IL GOVERNO ISTITUI’ POI ANCHE L’I.R.I., L’IMI, L’IRFIS, IL CREDITO MINERARIO, IL CREDITO PESCHERECCIO, IL CREDITO INDUSTRIALE, IL CREDITO AGRARIO, L’ARTIGIANCASSE, ECC….  Tutti Istituti che operavano a medio e lungo termine e si approvvigionavano di mezzi finanziari emettendo Obbligazioni, Buoni del tesoro, titoli di vario genere a medio e lungo termine, oltre la CASSA DEPOSITI E PRESTITI a cui affluivano i risparmi postali.

Insomma  la materia monetaria e creditizia era così governata: COMITATO INTERMINISTERIALE PER IL CREDITO ED IL RISPARMIO (a cui partecipavano i ministri dei dicasteri economici e finanziari più il ministro della guerra) LA BANCA D’ITALIA; IL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA ED IL MINISTRO DEL TESORO. Tali organismi governavano la materia monetaria e creditizia e decidevano le manovre quantitative per combattere l’inflazione: la manovra del tasso UFFICIALE DI SCONTO, le operazioni sul mercato aperto,  la riserva obbligatoria, ecc…

Non mi dilungo: sappiamo distruggere presto il bene e creare prestissimo il male.  La riforma AMATO infatti ha consegnato l’Italia a 20 grandi finanzieri privati. La privatizzazione della materia monetaria e creditizia è un grande male perché la natura umana è “insaziabile e avida”. Con la riforma Amato, infatti, è stata abolita la specializzazione bancaria e si è di fatto tornati al sistema misto con la conseguenza che i “grandi finanzieri” hanno avuto piena libertà nell’utilizzare le risorse raccolte presso i piccoli risparmiatori per finanziare le proprie clientele e i propri investimenti speculativi (derivati, ecc…).

LA STORIA CI INSEGNA CHE IL “TESORO” DELLO STATO E’ SEMPRE STATO GOVERNATO E PREROGATIVA DEL RE (DELLO STATO): non può tollerarsi che sia in mano ai privati.

Tra giorni entreremo nel merito dell’EURO e  del modo come è stato fatto e voluto dai nostri GRANDI GOVERNANTI.

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