Archivi del mese: Maggio 2013

EQUITALIA = STATO ITALIA

L’esattore delle tasse, delle imposte e dei contributi è l’EQUITALIA SPA, una società pubblica a cui partecipano l’AGENZIA DELLE ENTRATE e L’INPS che sono gli unici soci.

Prima di parlare di Equitalia e del sistema (assurdo) di riscossione che vige nel nostro Paese è opportuno, soprattutto per i meno esperti, ricordare quali sono i principali tributi nel nostro sistema affinché non si parli genericamente solo di TASSE.

I tributi  in Italia sono principalmente di tre tipi: le tasse, le imposte ed i contributi.

Le “tasse” si pagano allo Stato o agli Enti pubblici quale corrispettivo dei servizi da questi prestati ai cittadini (es. la TARSU è una tipica tassa perché versata all’Ente Comune che deve prestare un servizio al cittadino in termini di raccolta e smaltimento dei rifiuti).

Le “imposte” – che si dividono in dirette  (IRPEF, IRES e IRAP ) ed indirette (IVA, IMPOSTE DI REGISTRO, IPOTECARIE CATASTALI, ECC…) – sono prelievi coattivi imposti dallo Stato che deve garantire ai cittadini servizi oggettivamente non definibili (la difesa, l’istruzione, le infrastrutture, l’ordine pubblico ecc.).

I “contributi”, infine, sono oneri che ogni cittadino sostiene per procurarsi una previdenza futura (pensione) ed un’assistenza sanitaria o infortunistica immediata. Si pagano all’INPS e all’INAIL.

Con lo sviluppo dello STATO SOCIALE alcune tasse hanno perso la loro “specialità”, ma nella sostanza ancora oggi il carico tributario e previdenziale è rappresentato da tali  TRIBUTI.

L’art. 53 della Carta Costituzionale recita: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

In base a tale articolo, ogni tipo di balzello o tributo deve essere rapportato alla “capacità contributiva del cittadino”. Volendo applicare alla lettera tale principio costituzionale il pensionato minimo (che percepisce euro 480 mensili) non dovrebbe pagare l’IMU, la TARSU (e forse neanche la corrente elettrica!!); il piccolo commerciante o artigiano che da anni non consegue utili sufficienti per sopravvivere non dovrebbe pagare IRPEF, IRAP, IMU, TARSU e neanche i contributi previdenziali “minimi” degli autonomi che sono pari ad € 3.200,00 annui!… ebbene sì, esistono i contributi previdenziali “minimi”, che cioè vanno versati all’INPS anche se non si consegue alcun reddito; ma se un piccolo commerciante o artigiano in un dato esercizio non ha reddito come può pagare!!??

Nel nostro sistema, purtroppo, l’art. 53 della Costituzione viene sistematicamente calpestato e disatteso. Ho appena fatto l’esempio del pensionato minimo e dell’artigiano che non consegue reddito, ma il discorso potrebbe continuare (ed è opportuno che mi fermi altrimenti sarei costretto ad  invitare i lettori a ribellarsi con più forza…). E’ evidente, comunque, che prima di parlare di “salario sociale” e altre idiozie simili, basterebbe chiedere e pretendere dai nostri politici il pieno e concreto rispetto dell’art. 53 della Costituzione, attraverso leggi più giuste, per risolvere i problemi di tantissime persone.

Tornando ad Equitalia, come detto, essa rappresenta la società che si occupa della “riscossione” dei tributi di cui abbiamo appena parlato. Equitalia, è una società (SpA), ma si “confonde” a tutti gli effetti con lo STATO: allora dove sta l’imbroglio?

Per capirlo basti un esempio:

Se un cittadino presenta il modello UNICO indicando erroneamente una detrazione di € 750,00 in dichiarazione per un figlio a carico che, sebbene studente, in estate ha lavorato percependo un salario complessivo che supera la soglia di euro 2.840,00 che fa perdere il diritto alla detrazione, succede quanto segue.

L’Agenzia delle ENTRATE dopo un anno circa dalla consegna della dichiarazione dei redditi invia un c.d. AVVISO BONARIO invitando il contribuente a pagare entro 30 gg quanto dovuto per l’indebita detrazione + interessi e una sanzione ridotta pari al 10% della maggiore imposta dovuta. Se il contribuente non paga, l’Agenzia invierà il ruolo all’esattore EQUITALIA il quale provvederà ad emettere la relativa cartella esattoriale che sarà formata dalle seguenti voci:

REPARTO ERARIO:

indebita detrazione:  €  750,00 + interessi per il ritardato pagamento

REPARTO EQUITALIA:

sanzioni 30%:  € 225,00

+ interessi di mora se il versamento non viene effettuato nei trenta giorni dalla notifica della cartella

+ aggio di riscossione del 9% sul totale dovuto (imposta, sanzioni e interessi), sceso all’8% da pochi giorni.

In sostanza, l’importo da versare a distanza di due anni raddoppia.

MA EQUITALIA (id est, L’AGENZIA DELLE ENTRATE E L’INPS) COME SI DICEVA E’ DELLO STATO, PERCIO’  SUGLI IMPORTI VERSATI IN RITARDO O OMESSI PER MANCANZA DI RISORSE FINANZIARIE DEI CONTRIBUENTI,  LO STATO APPLICA DI FATTO UNA DOPPIA SANZIONE (la sanzione vera e propria + il suo elevatissimo “aggio”) E DUE VOLTE GLI INTERESSI (quelli per ritardato pagamento e quelli di mora). DA CIO’ SI SPIEGA FACILMENTE COME EQUITALIA – IL CUI BILANCIO NESSUNO PRENDE IN CONSIDERAZIONE – PRODUCA UTILI PER CIRCA 20 MILIARDI L’ANNO.

La conclusione va da sé: il sistema di esazione dei tributi è incostituzionale perché lo STATO duplica le sanzioni e gli interessi.

La soluzione? Abolire immediatamente Equitalia, e predisporre direttamente presso i vari uffici  Erariali, l’INPS e i Comuni il settore CASSA agevolando il più possibile i pagamenti da parte dei contribuenti anche con lunghe dilazioni.

Per riparare i danni prodotti da EQUITALIA, inoltre, attuare immediatamente con DECRETO LEGGE una rottamazione delle cartelle esattoriali notificate a tutto  30/04/2013 depurandole di ogni specie di sanzione e aggio di riscossione, lasciando solo l’interesse legale del 2,5% fisso e cancellando gli interessi di di mora.

Questa è la situazione reale, ma sul punto la televisione in primis fa grande confusione perchè “pubblicizza” che EQUITALIA è infame e vessatoria, ma non spiega perché lo è e cosa fare subito per fermare l’infamia.

continua

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PROPOSTE CONCRETE ED IMMEDIATE PER FRONTEGGIARE E RISOLVERE

PROPOSTE CONCRETE ED IMMEDIATE PER FRONTEGGIARE E RISOLVERE LA CRISI ECONOMICA, FINANZIARIA ED OCCUPAZIONALE ITALIANA:

in tutti i dibattiti televisivi ogni politico ed ogni giornalista rappresenta le problematiche del paese ITALIA, facendo un lungo, noioso e sterile  elenco di “cose da fare”, ma nessuno,  dice  o sa dire o proporre, come operare per risolvere i problemi”: tutti sembrano scienziati, soprattutto i politici ed i giornalisti, ma continuano a parlare in lingua politichese!

Mi permetto di fare una carrellata di proposte concrete:

la prima cosa ridurre i parlamentari a 200, ed una sola camera, elezione diretta del capo dello Stato che deve essere anche capo del governo; dimezzare lo stipendio dei parlamentari e ospitarli a Roma nelle caserme dismesse idoneamente attrezzate con celle e mensa. Accorpare le regioni italiane, al massimo in sei macroregioni e ridurre ad un terzo i consiglieri regionali, dimezzare il loro stipendio; abolire le province che non hanno motivo di esistere; accorpare i comuni  sulla base della omogeneità del territorio: esempio, in penisola sorrentina vi sono attualmente tredici comuni,  ne bastano tre!.  abolire immediatamente le Camere di Commercio che sono carrozzoni che consumano milioni e milioni di euro l’anno, hanno una gestione autonoma sicuramente attiva poiché esse gravano con balzelli e diritti vari le imprese e gli agricoltori in modo vessatorio ed insopportabile: come spendono i soldi non è dato sapere, a Napoli sono stati finanziati sia l’incontro internazionali di tennis che la coppa America con tre milioni di euro, mentre gli uffici del Registro Imprese sono chiusi, gli impiegati licenziati e per iscrivere una impresa occorrono mesi  se non anni !!!! mentre dovrebbero concedere alle imprese contributi in conto interesse ecc. niente di tutto questo!!

abolire immediatamente i consorzi di bacino e gli altri carrozzoni regionali che consumano solo soldi e non hanno alcun ritorno in termini economici. 

Tutte le competenze delle camere di commercio e degli altri enti devono essere affidate ai comuni. I Comuni devono essere amministrati con criteri privatistici ed imprenditoriali, senza esternare alcun servizio e senza partecipare alle cosiddette società miste, esse si sono rivelate fallimentari – nella nostra regione Campania vedi la GORI SPA, La TERRA DELLE SIRENE SPA, PENISOLA VERDE SPA ecc. tutti carrozzoni per eludere il blocco delle assunzioni negli enti pubblici ma con costi quadruplicati !! Tutte società  con pesanti perdite che deve poi coprire la Regione o lo Stato.

altra misura urgentissima deve essere ” La perequazione salariale e pensionistica” per almeno cinque anni, stabilendo che sia gli impiegati pubblici che privati non devono percepire un salario o stipendio superiore a tremila euro mensili e non inferiore a mille euro mensili: ciò con un D. Legge concertato con i sindacati.

 Abolire tutti i privilegi dei politici  in ogni “stato e grado”  con effetto retroattivo, ridurre ulteriormente le auto blu e annientare immediatamente il rimborso spese ai partiti: i partiti devono essere mantenuti dagli iscritti; non è vero che in tal modo la politica la faranno solo i ricchi perché in democrazia la politica la fa la maggioranza!! .

Rinegoziare con l’Europa tutta la materia agricola,  tenendo presente che il 70% delle aziende agricole  italiane sono in ( o meglio erano) in zona collinare e disagiate perciò proteggere le colture tipiche mediterranee ( noci, olivi, viti ecc.) e non continuare a svenderle alla Germania o peggio ancora – in una politica globalizzata – alla Cina o agli altri paesi emergenti: noi dobbiamo curare il territorio – territorio – parola che sento mille volte al giorno ma che nessuno spiega come

proteggere: bisogna coltivare i territori collinari e montani, curare il sottobosco con i metodi tradizionali, affidandoli alle imprese di allevamento bovino e alla pastorizia, concedendo contributi mirati e controllati. Sapete come si cura il “territorio” ? zappando i terrazzamenti delle colline, preparandoli con solchi e fonti che fermano l’acqua delle piogge ed alimentano il terreno coltivato con colture tipiche mediterranee, trattasi di terreni a redditività “marginale” o extramarginale per cui lo Stato deve attuare una programmazione concreta del territorio facilitando l’accesso e concedendo attrezzi e macchinari idonei per tali tipi di colture. Tutti i fondi europei destinati all’agricoltura POR PSR ecc. sono stati destinati unicamente alle poche aziende agricole a coltura intensiva, non si è tenuto presente in alcun modo l’eccessivo frazionamento della proprietà rurale e collinari e non si è capito che la “microazienda” agricola è linfa vitale dell’economia nazionale in uno con le piccole e medie imprese artigiane e commerciali. I nostri politici sono stati capaci di svendere l’agricoltura italiana all’Europa, principalmente alla Germania !! viva l’Italia !!, a questo punto mi viene in mente DANTE Alighieri che fina dalla seconda metà del 1300 scriveva in un canto del Paradiso della Divina Commedia:

“ai serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta non donna di provincia ma bordello”. 

continua.

 

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12 Maggio 2013 · 09:52